Chi siamo

SOCI TESSERATI al 31 Ottobre 2023

Ordinari1.085
Ordinari Juniores (18-25 anni)85
Famigliari358
Giovani88
TOTALE1.616


CONSIGLIO DIRETTIVO IN CARICA

  • Presidente: Tortora Luca
  • Vicepresidente: Bosnjakovic Samuele
  • Consiglieri:
    • Andolfato Franco
    • Bandiera Silvano
    • Botter Maurizio
    • Bressan Antonio
    • De Nardi Ezio
    • Gallina Dino
    • Ravanello Gabriella
  • Tesoriere: Adami Stefano
  • Segreteria: Bressan Antonio
  • Organo di controllo:
    • Baseggio Alma
    • Morlin Mauro
    • Pandolfo Sandro
  • Supplenti OdC:
    • Lanfossi Daniele
    • Morlin Giorgio
  • Responsabile cassa: Piazza Pietro

Il Club Alpino Italiano

Il Club Alpino Italiano, costituito il 23 ottobre 1863 a Torino, è una libera associazione nazionale che, come recita l’articolo 1 del suo Statuto, “ha per iscopo l’alpinismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e lo studio delle montagne, specialmente di quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale”.

Chiunque ami la Montagna, in qualunque sua espressione, ha quindi dei validi motivi per far parte di questa grande famiglia, e può, con la sua adesione e collaborazione contribuire al raggiungimento degli obbiettivi comuni.

In applicazione della legge 24 dicembre 1985, n. 776 relativa a nuove disposizioni sul Club Alpino Italiano, l’Associazione provvede, a favore sia dei propri Soci sia di altri e nell’ambito delle facoltà previste dallo Statuto:

alla diffusione della frequentazione della montagna e all’organizzazione di iniziative alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, capillarmente diffuse sul territorio nazionale;

all’organizzazione ed alla gestione di corsi d’addestramento per le attività alpinistiche, sci-alpinistiche, escursionistiche, speleologiche, naturalistiche volti a promuovere una sicura frequentazione della montagna;

alla formazione di 22 diverse figure di titolati (istruttori, accompagnatori ed operatori), necessarie allo svolgimento delle attività citate;

al tracciamento, alla realizzazione e alla manutenzione di sentieri, opere alpine e attrezzature alpinistiche;

alla realizzazione, alla manutenzione ed alla gestione dei rifugi alpini e dei bivacchi d’alta quota di proprietà del Club Alpino Italiano e delle singole Sezioni;

all’organizzazione, tramite il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), struttura operativa del CAI, di idonee iniziative tecniche per la vigilanza e la prevenzione degli infortuni nell’esercizio delle attività alpinistiche, escursionistiche e speleologiche, per il soccorso degli infortunati o dei pericolanti e per il recupero dei caduti;

alla promozione di attività scientifiche e didattiche per la conoscenza di ogni aspetto dell’ambiente montano nonché di ogni iniziativa idonea alla protezione ed alla valorizzazione dell’ambiente montano nazionale, anche attraverso l’operato di organi tecnici nazionali e territoriali;

alla promozione di iniziative di formazione di tipo etico-culturale, di studi dedicati alla diffusione della conoscenza dell’ambiente montano e delle sue genti nei suoi molteplici aspetti, della fotografia e della cinematografia di montagna, della conservazione della cultura alpina;

all’organizzazione ed alla gestione di corsi di preparazione professionale per guida speleologica nonché di corsi di formazione professionale per esperti e rilevatori del Servizio Valanghe Italiano (SVI).

L’entusiasmo del grande apporto volontaristico che lo contraddistingue nel panorama associazionistico italiano ha permesso di concretizzare nel tempo un ampio ventaglio di realizzazioni a favore della montagna e dei suoi frequentatori quali rifugi, bivacchi, sentieri, rimboschimenti, opere sociali.

La nostra storia

Dal 1926, anno di fondazione, la Sezione del Club Alpino Italiano di Montebelluna ha visto un crescendo di attività legate alla divulgazione, alla conoscenza, alla tutela dell’ambiente montano e del territorio; attività che non trovano spazio in una descrizione di pochi minuti.

Numerose escursioni portano i nostri Soci a frequentare e conoscere le montagne e i loro ambienti nel periodo estivo e invernale con uscite per tutte le esigenze anche di tipo alpinistico e ciclo-escursionistico, senza trascurare gli aspetti legati alla sicurezza. Lo scopo è quello di far conoscere ed apprezzare il patrimonio montano e ambientale che caratterizza l’Italia intera ed anche i paesi oltreconfine.

Occasioni a volte uniche, a volte indimenticabili, sicuramente importanti che fanno parte delle nostre attività. Ma anche occasioni rivolte a tutti: dai più giovani, con la recente convenzione tra istituti scolastici ed il CAI, oppure rivolte a chi ama un’attività un po’ più impegnativa, spingendosi a quote o cime significative ed appaganti, ma anche attività in collaborazione con altre Sezioni. Potremmo proseguire riassumendo ben quasi cento anni di storia della nostra Sezione che ci hanno e continuano a farci conoscere territori e ambienti, gente e paesi, regioni e tradizioni legate alla montagna.

Non possiamo trascurare le attività didattiche, le serate cinematografiche, gli incontri con personaggi di fama internazionale. Inoltre incontri culturali ed informativi: attività non relegate a brevi periodi, ma in un susseguirsi di anno in anno. Ora, si spera dopo la gravosa pandemia che ancora ci attanaglia, con una sede nostra, tutto questo prenderà ancora più corpo, più vigore, mettendo a disposizione di tutti spazi e materiali (ricordiamo la possibilità di usufruire gratuitamente di una biblioteca con oltre 2500 volumi) oppure un luogo dove trovare personale titolato, qualificato e preparato; dove avere informazioni, consulenze e consigli, senza dimenticare che la nostra sede contribuisce ad essere anche un luogo di sana aggregazione, ma soprattutto rafforza quello spirito che da sempre ci contraddistingue e ci caratterizza.

Voglia di stare assieme, di conoscere e conoscerci, di ritrovarci e raccontarci, di trovare uno spazio di collaborazione e divertimento e perché no crescere e confrontarci. Conoscere montagne e aspetti ambientali del territorio attraverso le nostre attività non rappresenta un’occasione per andar via, farsi un giro o semplicemente una gita, ma diventa un’occasione per sperimentare quanto citato, coinvolgendo non solo il fisico ma anche il cuore e lo spirito perché la montagna è soprattutto questo.


NASCITA ED EVOLUZIONE DELLA SEZIONE

I NOSTRI PRIMI 60 ANNI: 1926 – 1986

Quest’anno la Sezione del Club Alpino Italiano di Montebelluna compie i 60 anni. La delibera della sua costituzione porta infatti la data del 4 luglio 1926, anno in cui annovera 69 soci.

Precedentemente, era Sottosezione di Treviso, come risulta dagli atti d’archivio in cui si accenna pure all’effettuazione di due gite sociali nel 1925 sul Monte Fontanasecca del Grappa il 15 marzo e sul Monte Pizzoc nel giugno dello stesso anno.

La prima sede è ospitata nella ex-Casa del Fascio sopra l’attuale Bar-Taverna, nel 1927 è domiciliata con altre Associazioni sopra la precedente sede della Banca Cattolica, dietro corresponsione d’un affitto di 16 lire mensili.

Primo Presidente è il Dr. Giulio Moretti che manterrà la carica fino al 1936; in tale anno, a causa dell’assottigliarsi del numero degli iscritti la Sezione verrà sciolta ed i fedelissimi si iscriveranno alla Sezione di Treviso.

Nel 1946 la Sezione rifiorisce dopo i lunghi anni di guerra e conta 194 soci.

La Sezione non ha una sede propria, ma viene cortesemente ospitata dalla Pro Loco di Montebelluna; non ha grandi pretese ed opera con quello spirito pionieristico che la contraddistinguerà anche negli anni seguenti, facendo conoscere ai suoi iscritti i vecchi rifugi che man mano risorgono dalle rovine della guerra, quelli nuovi che via via si costruiscono, i sentieri facili ed i difficili e diverse cime più o meno.

Le gite sociali sono frequentatissime e vengono programmate più numerose di anno in anno.

Una data “storica” è il 18 maggio 1947 che vede riunite, in un Raduno Triveneto sul M. Grappa, le Sezioni Trivenete ed al quale partecipano numerosi soci di Montebelluna.

In tale occasione, alla presenza del Presidente Generale del C.A.I. Bartolomeo Figari, viene benedetto il gagliardetto della nostra Sezione.

Il 12 agosto dello stesso anno il socio Nino Rizzardini apre una nuova via sul Pelmo con una variante interessante.

Nell’anno 1949 viene ventilata l’idea della costruzione d’un Rifugio sul Col Rean della Civetta, ma le difficoltà d’ordine burocratico e finanziario che si presenteranno faranno svanire l’allettante proposito; proprio sul Col Rean la Sezione di Belluno costruirà in seguito il suo “Rifugio Tissi”.

Numerosi soci dello SCI-CAI partecipano negli anni seguenti a diverse competizioni sciistiche di discesa libera e a gare di fondo; negli anni Sessanta verrà costituito a Montebelluna lo Sci-Club ed i due sodalizi opereranno autonomamente svolgendo la propria attività alternativamente in estate ed in inverno secondo programmi propri.

Nel luglio del 1950 una cordata composta dai soci Rizzardini, Casellato, Pozzobon e Fontanin apre una nuova via sulla Punta Anita delle Marmarole dedicandola al socio Eli Zucco anch’egli tragicamente scomparso tre anni prima.

La Sezione intensifica la sua attività negli anni successivi, concentrando le sue iniziative sugli scopi che la natura del Club Alpino Italiano si prefigge: gli scopi cioè di avvicinare alla montagna il maggior numero di giovani.

Vengono così organizzate annualmente, nel periodo fra aprile e ottobre, gite sociali che permettono di visitare le nostre più belle zone alpine delle Dolomiti, delle Giulie, del Trentino, dell’Alto Adige, ecc.

La partecipazione è sempre numerosa ed il problema più arduo è quello di poter provvedere affinché, oltre al pullman, possano essere utilizzati anche automezzi privati messi a disposizione dai soci, il che spesso naturalmente condiziona gli itinerari per l’esigenza di ritornare alla base di partenza.

Negli anni più recenti vengono organizzati corsi di roccia sotto la direzione dell’Istruttore Nazionale Guido Frare e di Italo Zandonella venuto nel frattempo a far parte del nostro Consiglio Direttivo, corsi di avvicinamento alla montagna, gite naturalistiche per le scuole medie locali, ecc.

Con l’anno 1963 si attua l’iniziativa di filmare in 8 mm tutte le gite sociali e si viene a costituire un archivio di interessanti “cortometraggi” a colori, con commento musicale e parlato, presso la sede.

I film dell’annata vengono presentate agli appassionati nella primavera dell’anno seguente con la partecipazione di numerosissimo pubblico; in tale occasione vengono anche consegnate le aquile d’oro ai soci che nell’anno hanno raggiunto il 25 0 anniversario di iscrizione al C.A.I.

Nella primavera del 1975, volonterosi soci della Sezione montebellunese, su esortazione di Italo Zandonella ideatore del percorso dell’Alta Via degli Eroi, che da Porcen (Feltre) con un meraviglioso itinerario sul Monte Grappa termina a Bassano, procedono alla collocazione di tabelle segnaletiche presso le Malghe Paoda, a Forcella Alta, in Val Dumela, al bivio di questa nella confluenza in Val Cinespa, sulla Forcella fra il Monte Valderoa ed i Solaroli, nei punti cioè in cui l’itinerario abbisogna di indicazioni precise.

Il tratto Malghe Paoda-Val Dumela, il più attraente ed impegnativo del percorso (7 ore), viene denominato “Sentiero CAI Montebelluna” in riconoscimento del lavoro impegnativo che i soci della Sezione hanno prestato su detto tracciato; anche recentemente il “Sentiero CAI Montebelluna” è stato risistemato nei tratti in cui il forte inerbamento ha provocato difficoltà di orientamento.

Nel 1977 viene avanzata in Sezione la proposta di erigere un bivacco fisso nelle montagne cadorine; dopo attenta valutazione, viene scelto il Gruppo del Cridola assolutamente sprovvisto di attrezzature che consentano il pernottamento ad alta quota.

Vengono presi accordi con la Sezione del C.A.I di Lorenzago di Cadore e con quella Amministrazione Comunale, le quali offrono rispettivamente collaborazione e l’area su cui sorgerà il bivacco in quella magnifica conca fra il Monte Cridola e il Nodo di Thor denominata la “Cuna”.

Vengono presi gli opportuni accordi con la Nordica di Montebelluna, disposta ad assumersi ogni spesa, ed il bivacco viene dedicato alla memoria di Aldo Vaccari, titolare della stessa, socio della Sezione prematuramente scomparso.

Il 27 ottobre 1977 un elicottero, appositamente ingaggiato porterà in mezz’ora il materiale prefabbricato dal Passo Mauria alla Cuna, dove soci delle due Sezioni del CAI erigeranno in serata la graziosa e tipica “semibotte”.

Il Bivacco è di proprietà delle Sezioni di Montebelluna e Lorenzago ed è affiliato alla benemerita “Fondazione Berti”.

Situato a 2050 metri di quota, in posizione stupenda in vista delle Marmarole e delle Tre Cime di Lavaredo, è lecito considerarlo fra i bivacchi veramente funzionali per vari motivi: innanzitutto, come s’è detto, perchè rappresenta l’unico ricovero del Gruppo del Cridola oltre i 1500 metri ed inoltre perché accessibile, praticamente con lo stesso tempo di ore 3.30-4.00, dai quattro punti cardinali:

  • dal Rifugio Giaf per il “Boschet” o per Forcella Scodavacca e la Tacca del Cridola
  • dal Rifugio Padova per quest’ultimo secondo itinerario
  • dal Passo Mauria per il Vallò dei Cadorini o per il sentiero attrezzato “G. Olivato”
  • dalla statale della Mauria (inizio al “Bar Pineta”) per la Valle del Cridola

Raggiunto da ognuno di tali punti di partenza, consente un agevole attraversamento per raggiungere tutti gli altri; inoltre, per la sua collocazione vicinissima alle basi delle pareti del Gruppo è ideale punto d’appoggio per le scalate alle cime: ne fanno testimonianza le firme sui libri di bivacco dei numerosissimi visitatori, rocciatori ed escursionisti.

È inaugurato il 20 agosto 1978, in una meravigliosa giornata di sole, alla presenza d’un numero straordinario di appassionati giunti da tutte le Venezie.

Nello stesso giorno viene inaugurato il sentiero attrezzato “Giovanni Olivato” dedicato dalla Sezione al giovane socio perito in montagna nel 1976.

Il sentiero, come dianzi riferito, ha il suo approccio dal Passo della Mauria (mt. 1298), lungo la carrareccia militare che porta all’ex Forte del Miaron della guerra 1915/18; inizia da quest’ultimo, taglia in quota il versante nord del M. Miaron e, per una “cengia di camosci” alta sulla Valle del Cridola, con un ultimo balzo fra i baranci, raggiunge il “Bivacco Vaccari”.

Ideato da Mario Cabriel del CAI Lorenzago, è facilmente percorribile da qualsiasi escursionista, dato che non presenta nessun pericolo o difficoltà e per di più è stato attrezzato con rare corde metalliche nei punti che potrebbero presentare qualche sorpresa in stagioni atmosfericamente avverse (frane o neve); non manca inoltre di anfratti o “landri” in cui ripararsi dal maltempo.

Il CAI di Lorenzago ha provveduto a collocare delle tabelle indicatrici nei punti “strategici” del percorso.

Nell’estate del 1980 i soci Italo e Diego Zandonella assieme a Roberto Venturato effettuano parecchie ascensioni sui monti del Gruppo del Duranno, di cui qualcuna assoluta.

Degna di menzione è la conquista della “Torre Ilario” da parte di Zandonella col figlio, dedicata all’alpinista nostro socio Ilario Pozzobon caduto nel maggio dello stesso anno sulle rocce della palestra di Schievenin. Nello stesso Gruppo del Duranno qualche anno prima Zandonella con D. Ruffini, A. Vendrasco e V. Lotto avevano conquistato le cime del Sasso di Mezzodì ed il Torrione di Rivalgo.

In questi Anni Ottanta, Italo Zandonella organizza e dirige spedizioni extraeuropee in America Meridionale, Africa, Asia, ed entra a far parte del Consiglio Centrale del C.A.I. e dell’Accademico.

Nell’agosto del 1984 i soci di Montebelluna e Lorenzago collocano a fianco del Bivacco “A. Vaccari” una targa a perenne ricordo del centenario della conquista della vetta del Cridola da parte del grande Kugy (4.8.1884).

Con il 1985 la Sezione ha una nuova sede, in due locali di Villa Binetti, in magnifica posizione panoramica dominante la cittadina messi cortesemente a disposizione dal Comune proprietario della Villa.

La nuova sede viene inaugurata nel giugno dello stesso anno; il recapito della Segreteria tuttavia, stante il decentramento della nuova sede, rimane presso la Pro Loco di Corso Mazzini 153 (tel. 23827), aperta tutto il giorno.

Ritengo doveroso rivolgere un ideale grazie ai Presidenti sezionali che mi hanno preceduto nell’incarico e che tanto meravigliosamente hanno operato negli scorsi anni, purtroppo tutti dolorosamente scomparsi: Giulio Moretti, Mario Sernaglia, Piero Sernaglia e Piero Fasan; ad essi vada il ricordo più sincero con la riconoscenza di tutti i soci della Sezione, accomunando nell’elogio i Consigli Direttivi che si sono avvicendati, non che i soci che per tanti anni hanno offerto la loro opera disinteressata per la vita ed il progresso del sodalizio.

Il Presidente della Sezione

Silvio Tremonti

Montebelluna 23 marzo 1986


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